
La Luxury Boat Sardinia propone due tour guidati al Parco Nazionale dell’Asinara con partenze giornaliere dal porto turistico di Stintino, uno della durata di mezza giornata, con partenze al mattino e al pomeriggio, e l’altro che dura tutto il giorno.
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Il tour di mezza giornata ha come prima tappa la diramazione speciale di Fornelli, nel sud dell’Isola, che grazie ai nostri gommoni viene raggiunta in soli 15 minuti. Approdando all’attracco di Fornelli verrà fatto un preambolo dove si racconta la storia dell’isola e dove si mostra la cartellonistica del parco che suggerisce quali percorsi poter affrontare e quali siano i luoghi principali da visitare, non solo quindi elementi naturalistici, ma anche punti d’interesse storico/archeologico.
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In tanti conoscono il nome dell’isola soprattutto per la storia più recente, segnata dalla presenza di strutture carcerarie che hanno ospitato alcuni dei criminali più pericolosi del secolo scorso. Si rimane sorpresi nel sentire le informazioni riguardo l’estensione territoriale dell’isola dell’Asinara, lo sviluppo sinuoso della costa e soprattutto le peculiarità dal punto di vista naturalistico, che in alcuni casi sono uniche al mondo.
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L’Asinara è un Parco Naturale composto da un’Area Marina Protetta e un Parco Terrestre di dimensioni notevoli con equilibri atavici di flora e fauna mediterranea. Papaveri cornuti dai petali gialli che accompagnano la presenza delle tamerici e dei giunchi che crescono senza la presenza di fiumi o laghi, che approfittano esclusivamente delle piogge autunnali e primaverili, le quali vanno a creare degli specchi d’acqua che attirano inoltre i gabbiani corsi, le berte e alcuni rapaci presenti sull’Isola.
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Rimanendo sempre a Fornelli si può osservare anche un aspetto d’interesse geologico: una sovrapposizione di due tipologie di rocce, tra granitoidi e rocce metamorfiche, come se, in centinaia di milioni di anni le coste di Stintino si siano appoggiate sopra i graniti dell’Asinara.
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Ma l’attenzione ritorna spesso sulla storia del carcere, verità distorte da oltre un secolo di separazione dal mondo e così solo chi ha vissuto sull’isola ha da raccontare qualcosa, diventando una risorsa storica di importanza fondamentale, ma in molti faticano a condividere le storie personali alimentando così leggende e miti contemporanei, come quello di Matteo Boe l’unico che riuscì a fuggire dall’Alcatraz italiana con l’aiuto della compagna che organizzò il tutto.
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Passeggiando sulla strada cementata si raggiunge una lieve altura che permette allo sguardo dei visitatori di godere del panorama caraibico e delle acque cristalline dello stretto tra l’isola Piana e l’Asinara e con l’aumento del campo visivo si scorge anche la diramazione di Santa Maria, chiamata anche “la Legione Straniera”, dato che la maggior parte dei detenuti che venivano ospitati in questa struttura erano stranieri, spesso avevano commesso crimini legati al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
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Alcuni carcerati venivano utilizzati sulla piana di Fornelli per attività agricole, le quali vennero sempre portate avanti con metodi arcaici dove, ad esempio, la lavorazione della terra avveniva solo con trazione animale e non con mezzi meccanici. Ad oggi non ci sono più i segni di questa attività che venne concessa solo ai carcerati più meritevoli e i terreni sono per lo più occupati da distese di asteracee che nel periodo di fioritura colorano la piana di Fornelli.
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Se si è fortunati, sin da subito, si possono incontrare i famosi asinelli bianchi dell’Asinara che tutti i turisti sperano di poter fotografare. Alla fine, che gita all’Asinara sarebbe senza un selfie con la mascotte del parco. Però ci si può innamorare anche dei cavalli, delle capre e degli asinelli sardi a pelo grigio che girano liberamente per il Parco. Unica raccomandazione: non avvicinarsi troppo o eventualmente lasciare che gli animali si avvicinino a voi naturalmente.
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L’epopea del carcere di Fornelli permette anche un ragionamento molto interessante sullo stile architettonico del fabbricato, perché comunque quello che noi vediamo oggi è il frutto di una serie di trasformazioni, anche sulla facciata principale. In alcune foto della prima metà del Novecento, il carcere appare leggermente diverso, infatti si può affermare che furono le carceri a volte a doversi adattare per ospitare certi tipi di detenuti. Ad esempio, c’è un intero braccio in cui venivano ospitati alcuni carcerati molto pericolosi, tra cui brigatisti e mafiosi, dove tutti i corridoi esterni e i cortili sono “blindati” da reti e grate.
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I mafiosi tenuti in prigionia all’Asinara furono molti, in particolare vengono sempre menzionati due nomi importanti: Totò Riina e Raffaele Cutolo. Entrambi hanno soggiornato nella zona settentrionale dell’isola in alcune celle bunker che si ritrovano nei pressi del borgo di Cala d’Oliva, di cui la più famosa fu quella di Totò Riina, rinchiuso in un carcere speciale rinominato “la discoteca” poiché illuminato a giorno 24 ore su 24, le cui guardie, per non farsi capire dal boss mafioso, parlavano esclusivamente in sardo.
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Raffaele Cutolo, durante la sua permanenza all’Asinara, ebbe la possibilità di sposarsi, anche se la durezza dell’Alcatraz italiana limitava qualsiasi tipo di contatto col mondo esterno. Il boss della nuova camorra organizzata rimase sull’isola per sei anni sino a quando, in seguito ad uno sciopero della fame durato 30 giorni, con un conseguente ricovero in ospedale, ottenne il trasferimento in un altro carcere italiano.
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Rimane paradossale il fatto che un secolo di occupazione dell’isola da parte del sistema carcerario, divenne l’ancora di salvezza per piante e animali che sono quasi totalmente scomparsi nel resto del mondo. Paradossalmente possiamo ancora vedere alcune piante endemiche delicatissime e rarissime come la buglossa sarda che tollera appena il calpestio occasionale, il quale se diventa troppo frequente fa scomparire la pianta e che esiste solo in un territorio di 10 chilometri quadrati compreso tra la Sardegna e la Corsica.
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Ma l’Asinara non ha solo una storia recente, legata ai mafiosi e ai camorristi, alle guardie carcerarie e agli uomini eccellenti come Falcone e Borsellino. Andando a ritroso, l’isola offre elementi storici legati alla Prima guerra mondiale, quando venne concepita come lazzaretto oltre che colonia penale agricola. All’Asinara, infatti, vennero ospitate torme di disperati dell’esercito austro-ungarico, malati e affamati, abbandonati in quello che sei ai nostri occhi appare come paradiso, a loro apparve come un inferno. A testimonianza del loro passaggio, un ossario con teschi e ossa che ne decorano le pareti.
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Un viaggio dei dannati, dove tanti morirono per l’esplosione di un’epidemia di colera a bordo delle navi e per questo non vennero fatti sbarcare immediatamente sull’isola e le navi rimasero a largo di Cala Reale, spostandosi di tanto in tanto a largo per scaricare i cadaveri e la cosa viene confermata anche dal fatto che in quel periodo venne vietata la pesca attorno all’Asinara.
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Chissà perché il destino di quest’isola è stato così cruento a volte, con tanto di pirati che vi soggiornarono per saccheggiare le navi di passaggio o per fare incursioni saltuarie a Porto Torres, l’unico centro abitato su chilometri di costa vergine. Il pirata si chiamava Barba Rossa e rimangono i resti di un castello, anzi un Castellaccio, che ancora dev’essere studiato e scavato da studiosi e archeologi. Non ci sono delle certezze su questo personaggio, si dice che sia stato un’importante esponente di una importante famiglia turcomanna con istanza ad Algeri e da lì partiva per tutto il Mediterraneo a fare scorrerie. Il canale d’acqua compreso tra l’Asinara e l’isola Piana è un passaggio obbligatorio per chi voglia attraversare il Golfo dell’Asinara e la roccaforte occupata dai pirati era il luogo ideale per chi avesse voluto controllare il flusso navale di quella zona.
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Si dice che le incursioni a terra venivano fatte anche per rapire le persone, renderle schiave e redistribuirle nel Mediterraneo. A volte quando passavano determinati navigli, i pirati riuscivano a confonderne la navigazione e a far incagliare vicino alla costa le imbarcazioni che venivano poi depredate più facilmente di beni e di uomin
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Con noi la tassa di sbarco al Parco Nazionale dell'Asinara è inclusa nel prezzo e se scegli l'escursione di mezza giornata avrai in omaggio una degustazione di prodotti sardi. Se scegli invece la giornata intera, il pranzo verrà offerto sull'Isola dell'Asinara nel Ristorante de "La Locanda del Parco"

TOUR DEI PORTICCIOLI DELL'ASINARA
Intera Giornata
09:45 - 17:30
Dal 1 maggio al 30 giugno
Tempest in esclusiva 999€
a persona 85€*
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Dal 1 luglio al 20 luglio
Tempest in esclusiva 1079€
a persona 90€*
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Dal 21 luglio al 31 agosto
Tempest in esclusiva 1139€
a persona 95€*
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Dal 1 settembre al 15 ottobre
Tempest in esclusiva 999€
a persona 85€*
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*NB: contributo di sbarco sull'isola dell'Asinara incluso.

TOUR DELLA COSTA SUD DELL'ASINARA
Mezza Giornata
09:30 - 13:30
14:15 - 18;15
Dal 1 maggio al 30 giugno
BWA34 in esclusiva 599€
a persona 50€*
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Dal 1 luglio al 20 luglio
BWA34 in esclusiva 660€
a persona 55€*
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Dal 21 luglio al 31 agosto
BWA34 in esclusiva 720€
a persona 60€*
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Dal 1 settembre al 15 ottobre
BWA34 in esclusiva 599€
a persona 50€*
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*NB: contributo di sbarco sull'isola dell'Asinara incluso.